IL SEGRETO SINDONICO - IN LIBRERIA -

 

 

 

Da un’ipotesi ardita ad una opportunità esegetica?

Patmo, è quell’ isola greca del mar Egeo, che fu resa celebre nei secoli, perché, secondo la Sacra Scrittura, fu il luogo ove San Giovanni evangelista avrebbe scritto la sua Apocalisse.

Si tratta di un importantissimo testo escatologico, nel quale sembrerebbero raffigurate le vicende ultime dell’umanità con la definitiva instaurazione del regno di Dio nel mondo, e l’immancabile giudizio finale dei reprobi.

Il Testo Giovanneo si apre con un misteriosa salutazione alle Sette Chiese d’Asia, consegnando loro il saluto e la pace da parte di : “… Colui che era, che è e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo...” [ Ap 1,4].

I messaggi che San Giovanni passa alle sette Chiese dell’Asia, dirette ai loro sette Angeli (cioè ai proto – vescovi delle prime comunità d’Asia che sono anche chiamati Angeli della comunità) andavano a rispecchiare in terra, il sacro ordine mistico celeste che vede perennemente stare innanzi al Trono di Dio, Sette Divini Assistenti, come le sette fiaccole della “Menorah” ebraica, la lampada ad olio a sette bracci che nell'antichità veniva accesa all'interno del Tempio di Gerusalemme.

Questi sette Angeli,  nell’Apocalisse, augurano la pace alla prima comunità cristiana in cammino, e (secondo molti santi) sono proprio quelli di cui si fa memoria nel Libro di Tobia al dodicesimo capitolo: “…Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del signore…”  [Tb 12,15].

Come Cristo inviava dunque i suoi Sette Arcangeli a capo della comunità celeste, così San Giovanni inviava i Sette Vescovi messaggeri a capo della comunità umana.

Quel Gesù, “che fu fatto di poco inferiore agli angeli” [ Sal 8, 6 ] , e che è “…Colui che è, che era e che viene…” [Ap 1,4-8], “Alfa e l’Omega di salvezza”, si servì proprio dei Sette Spiriti, per informare i credenti della sua futura Seconda Venuta, che avrebbe definitivamente condotto alla distruzione delle opere del maligno.

Nel frattempo questa comunità si sarebbe giovata del proficuo aiuto dei Sette Angeli, che accompagnano il Corpo Mistico del Signore, che è la Sua Chiesa, peregrina sulla terra.

Durante il corso dei secoli, tuttavia, la relazione mistica, tra Ap 1,4 e Tb 12,15, cioè tra i Sette Spiriti dell’Apocalisse e i Sette Angeli del Libro di Tobia, è spesso stata posta in dubbio, perché si preferì lasciare questa conoscenza nella disciplina d’arcano, ovvero inizialmente tenerla occultata alla libera comprensione dei fedeli, onde evitare loro che vi fossero pericoli di caduta idolatrica, nell’attesa di tempi più favorevoli alla loro propalazione.

Ma, come spesso accade, la debole condizione del tempo fece così che, cose quanto mai ragguardevoli e memorabili, a poco a poco sminuite dal velo di un oscuro errore, cadessero in gravi pericoli, per cui, progressivamente, la traslazione del dogma dei Sette Angeli Assistenti, dalla “Disciplina Arcani o nascosta” al sicuro contesto del “Depositum Fidei”, non è più avvenuta, per cause che sarebbe qui difficile sintetizzare, (e che abbiamo individuato in tutti i nostri precedenti lavori) perdendosi, forse per sempre, la possibilità di poter correttamente interpretare le fonti sacre alla luce di questa importantissima conoscenza.

Ed oggi, parlare dei Sette Angeli, soprattutto nell’Apocalisse, significa incamminarsi in un sentiero tortuoso e oscuro, irto di pericoli, dal quale forse, in un prossimo futuro, si potranno scorgere le prime luci di un’alba intensa e meravigliosa, se Dio lo vorrà.

L’alba di un Cristianesimo finalmente compiuto nella totalità della rappresentazione rivelatrice dell’Apocalisse di S. Giovanni, nella quale, l’apostolo più amato da Dio, scorse, sin dalla salutazione alla comunità dei credenti (Ap 1,4) questi Sette Spiriti Ausiliatori, e degli stessi, celebrò gli elogi nella restante parte dell’opera.

Fatte queste brevi precisazioni, vale la pena subito anticipare che proprio durante la ricerca delle prove tese a sostenere, promuovere e restaurare il culto dei Sette Divini Assistenti innanzi al Trono di Dio, sono emerse, del tutto inopinatamente,  alcune sorpendenti circostanze che li mettevano in relazione nientemeno che con la Sacra Sindone.

 

In primo luogo, attraverso una esegesi delle fonti mistiche e profetiche  è stato possibile ricondurre l’espressione “a septem spiritibus in conspectu throni Dei astantibus” di cui si parla nell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, al Capitolo 1,4,– (dai Sette Spiriti innanzi al Trono di Dio), al suo significato veterotestamentario più diretto, che era stato posto in constestazione, ovvero, quello indicato dal libro di Tobia, al Capitolo 12, paragrafo 15, - Ego sum Raphael, unus  ex septem Angeli” - Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore, consentendo così una Sacra e Perfetta Equivalenza tra Ap 1,4 e Tb 12,15, in modo che, ogni qual volta, il testo dell’Apocalisse fa menzione di “Sette Spiriti” che stanno innanzi al Trono, non si riferisce a forme allegoriche, mistiche o simbolizzanti, ma ad un gruppo di sette individuallità che adorano Dio, con privilegio rispetto ad ogni altra creatura, eccettuata Maria Vergine.

In secondo luogo, risalendo al significato etimologico originario del testo greco del 15° Capitolo dell’Apocalisse - “Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi si deve compiere l'ira di Dio” , confortati in tal senso da alcuni avvenimenti mistici occorsi a diverse Sante del cattolicesimo, ci siamo accorti che, questo passo potrebbe concretamente riferirsi, in modo del tutto inedito, oltrechè a sette “catastrofi o flagelli”, anche al direttamente al significato etimologico originario del termine greco, che si traduce proprio “piaga” da cui scaturisce il sangue vivo del Redentore.

Cercheremo di spigare il senso di questa ardita interpretazione passo dopo passo, partendo dapprima da una esegesi sui Sette Angeli Assistenti e su alcuni dei simboli che si incontrano nell’Apocalittica Giovannea.