MONS. OTTAVIO PANCIROLI (1554 - 1624)

 

 

Ottavio Panciroli è stato uno storico e scrittore italiano, nato nel 1554 a Reggio Emilia. Morì il 14 marzo 1624 a Tivoli. Pubblicò diversi libri, ma fu famoso soprattutto per I tesori nascosti nell'alma città di Roma e Roma sacra e moderna. A lui è intitolata Via Ottavio Panciroli a Roma

Pubblica : I tesori nascosti nell'alma città di Roma, all'interno del cui testo descrive Santa Maria degli Angeli, e ne traccia la storia.

Di S. Maria de gl'Angeli nelle Therme LX.

Dai greci pigliarono i latini questa parola Therme che poi da volgo si è cangiata in Termini, e gran parte vi si vede delle Therme fatte da Massimiano; Blon. Rom.inst lib.2.c.1.& feq Ful lib.3 c de Ther. Fau lib.4.c. 6. Marl lib.4.c.7. e significando questa voce luoghi caldi in due maniere si possono fare, ò per condotti calandovi acque riscaldate per lauarsi, ouero essendo fatti in volta, e ben chiusi, farne stufe da sudare e questi in ogni città pur si trouano, ma i primi erano proprij de' Romani, & altre nationi di quei tempi.Per necessità furono al principio introdotti in Roma i bagni, ma poi si voltarono in delitie e lascivie, onde chi possedeua qualche ricchezze gli fabbricaua nelle sue cafe e gl'Imperadori per aggradire il popolo, in varij luoghi ne fecero di tanta grandezza, ch'oltre le stanze de bagni ci erano e librarie, e portici, e piazze, e boschi, e peschiere, e camere da banchettare per gli stessi Imperadori lauati che si erano con qualsiuoglia della plebe, & in tempo d'estate da sette volte, e due, ò tre nel verno si sauauano.

Ma non senza diuina prouidenza, che di tante Therme fatte in Roma della fuddetta grandezza, come, furono l'Antoniane, l'Agrippine, le Neroniane, l'Alessandrine, le Titiane, le Gordiane, di Olimpia, e di Constantino, solo di queste tanto vi sia restato, che la parte più  bella del mezzo ha seruito per questa gran chiesa. Qui principiò le Therme Massimiano Imperadore, accioché maggiormente si acquistasse la gratia del suo Collega Diocletiano, Ex Sur 16, Ian in S. Marcello e però dal nome di lui volse che Therme Diocletiane si dicessero. Et vedendo che non poteua co'l suo collega Diocletiano, spiantar dal mondo i fedeli di Christo, per lo cui amore ditprezzauano ogni fonte di tormento, pensò di trattarli da viliaaimi achiaui, condannandoli a lauorare con poco cibo, e molte baatonate, & arriuarono al numero di quarantamila. Ful.lib.3.c.de Therm. Diocl. & Fau.lib.4. c.6. Ma bisogna che oltre i suddetti Christiani vi fosse vn'altro gran numero di lauoranti Gentili, massime che nello spatio di sett'anni furono compite, e de' suddetti quarantamila si maltrattati, restandone viui duemila duecentotre, commandò l'empio tiranno che foaaero uccisi fuori di Roma all'acque Salvie, doue è la chiela di Santa Maria Scala cæli..

Lasciarono quei Santi Christiani memoria della lor santa fede, improntando in tal'vno de' mattoni che cocevano, il segno della Santa Croce, de' quali ancor hoggi se ne vanno trouando spesso fra quelle ruine. Tentarono due Conti di casa Urfina Nicolò e Neapolione consecrar queste Therme in chiesa, e v'assegnarono entrata, accioche i Padri Certosini ci venissero ad habitare; ma non puote venire all'effetto, come si legge in vna Bolla d' Urbano V che fù del 1362. Apud Onuph de feptem eccl. vbi de S. Cruce.

Di nuouo l'anno 1516 scoprendosi a caso in un muro della chiesa di S. Angelo in Palermo l'immagine dei Sette Angeli, che si dimandano Assiftenti alla Maelta Diuina, si mosse il popolo ad hauerli in divotione, e riverenza, & essendo Rettore di quella Chiesa vn buono e letterato sacerdote nominato Antonio di Duca, desiderando egli che in Roma s'abbracciasse la stesa pietà verso questi grandi Assistenti, ci venne il 1527 ma trouando varie difficoltà, ne perdendosi d'animo doppo 14. anni a 7 di Settembre celebrando la messa, gli parue di vedere, come vn chiaro lume questo luogo dedicato ai detti Sette Angeli, e communicando questa sua visione a persone di grado, quà venne a riconoscere quello che vidde, e sopra sette colonne scrisse con tinta rossa i nomi loro de' quali si dirà poi.

Con tutto ciò non puote hauer l'intento, se non doppo altri nove anni, che fù il 1550, del Giubileo, con l'auttorità di Papa Giulio III  a' 15. d'Agosto: ma stando il Pontefice occupato in guerre, hebbe il deuoto Antonio un' altra visione simile, nella quale offervò,ch'essendo quadrata l'antica forma di queste Therme, erano per ogni cantone quattro cuppole, & vna in mezzo con altre due a i fianchi, in tanto che trà tutte compivano il detto numero di sette, al che corresponde anco il numero di sette anni, nel quale furono fabbricate e tengono alcuni, che da vn Christiano si faceva il disegno ...

L'anno dunque 1561. Onuph, de 7.eccl in fine. Pio IV. a' 5. d'Agolto quà venne col facro Collegio de' Cardinali, e numeroso popolo, e vi disse la mesa, e dedicò le Therme à S. Maria celebrandosi in quel dì il miracolo della Neue, & anche agl'Angeli per le dette ragioni, e gli diede il titolo di Cardinale, e vi pose la statione di Quaresima nel Sabbato auanti la quarta Domenica, come già era alla vicina chiesa di S. Susanna, & obbligò alla fabbrica di questa, e del monasterio i Certosini, che da S. Croce in Gerusalemme quà fece venire, è non hanno mancato di farlo conforme al disegno loro assai differente da gl'altri Monasterij ; & il Pontefice con tutto che preuenuto dalla morte non potesse finire la Chiesa, ci volse nondimeno essere fepolto, e Gregorio XIII  vi fece il pauimento, che vi scorre per lo mezzo, e Sillo V. leuò l'occasione di profanarlo più, aprendovi dauanti vna gran piazza, e tirando per fianco vna lunga, e larga strada infino alla porta di S. Lorenzo, e così non furono vane l'inspirationi, desiderij di quel buon servo di Dio Antonio Duca ; anzi che prima di morire vidde questa dedicatione, & in questa chiesa volse anch'egli essere sepelito.

E con tutto che imperfetta ne resti vna tanta machina, vi fon però stati alcuni, che vi hanno fondate belle cappelle.

La prima à mano diritta nell'entrare è di Girolamo Cevoli Romano fatta a S. Girolamo,

La feconda di Monsignor Bartolomeo Ponsinschi Pollacco a S. Bruno fondatore di quell'Ordine, di cui poi fi dira.

La terza di Monsig. Alessandro Litta Milanese alla Madonna, e S. Giacinto.

Da mano finiftra la prima di Consalvo Aluares Romano a S. Maria Maddalena.

La feconda di Pietro Alfonfio d'Avignone a S. Pietro Apoftolo,

La terza di Matteo Catalani Siciliano al Saluatore con l'altare priuilegiato.

Intorno alli sette Angeli Assistenti, a' quali fù dedicata questa Basilica, è da sapere che sebene innumerabili sono quei celesti spiriti, che del continuo affistono alla M. D. - Millia millium ministrabant ei, disse il Profeta Daniele cap. 7. 10. & decies millies centena millia affistebant ei -  nondimeno, si come fono divisi in tre Gerarchie, & ciascuna di queste in tre ordini, così proprio è de' Serafini, Throni, e Dominationi, per essere à Dio più vicini, di corteggiarlo, per così dire, S.Thom. 1. p.q. 112. ar. 4. & J. 13.ar.3. stando gli altri occupati nel governo del mondo. Data fù dunque agli Archangeli la cura di tutto'l genere humano. Alle Virtù le specie di tutte le cofe corporali. Alle Podeftà il freno delle furie Infernali, & i Principati la fopraintendenza alli Angeli noftri cuftodi.

E quantunque tutta la natura humana sia raccommandata agl'Archangeli; nondimeno sette in particolare hanno molto a cuore quest'impresa, e presso del grande Iddio sono come tanti ambasciadori, per trattare le nostre cause, e nelle diuine scritture trouiamo, che si fà di loro più volte honorata memoria, - Vidi feptem Angelos -  disse l'amato Discepolo del Signore Apoc. 8. 2. -  stantes in conspectu Dei - .

E salutando le sette chiese dell'Asia,le prega Apoc.1.4. - gratia & pax -  non solo da Dio, ma da questi Sette Divini Spiriti, -  qui in conspectu throni eius sunt - , de' quali uno disse a Tobia, Cap. 12. 15. - Ego sum Raphael Angelus unus ex septem, qui astamus ante Dominum - ; e lo star sempre avanti il conspetto della diuina Maestà, egli è per raccommandargli il genere humano, e dimostrarsi ad ogni momento pronti per esseguire ciò che Dio commandarà per benefitio nostro.

Questi sono, disse Clemente Aleffandrino quei fette occhi di Dio, che vidde in spirito Zaccharia cap.4. - Septem isti oculi sunt Domini - , disse egli, - qui discurrunt vniversam terram - . Lo stesso fu mostrato all'Evangelifta San Gio. sotto un'altro sembiante, Apoc. 5.6, - Vidi agnum stantem habentem cornua septem, oculos septem, qui sunt septem spiritus missi in omnem terram - , sotto figura di sette corna, che nella testa haveva l'agnello, li vidde S. Gio. perchè della virtù, e possanza loro, che supera quella di tutte l'altre creature insieme, Dio si serve per gastigo de ribelli suoi, e servirassi nel giorno del Giuditio - Vidi Angelos septem - , disse lo stesso Evangelista, Apocal. 15. 1. - habentes plagas septem novissimas, quoniam in illis confummata est ira Dei - .

Di modo che ficome per l'affitenza, e prontezza loro in vbbidire a Dio S Giouanni Apocal. 4. 5. li paragona al candeliere di fette lumi, auanti il tabernacolo del tempio Gerofolimitano, Ex. 25. 3.1. Septem lampades ardentes ante thronum, qui funt septem spiritus Dei. Così per lo fcorrere tutta la terra in aiuto de' buoni, e gaftigo de' cattiui, potiamo affomigliarli alle fette ftelle erranti, che pianeti si dimandano.

Restano i loro nomi, che in sette colonne di questa chiesa, come s'è detto, haveva scritto il detto Antonio: 

  • Per la prima di tre n'habbiamo dalle Scritture Sacre.

  • Primo è S. Michele, che s'armò per abbattere l'orgoglio di Lucifero, Apoc. 12 7.

  • Il secondo è S. Gabriele, ch'annuntiò il Misterio dell'Incarnatione. Luc.. 26.

  • Il terzo è S. Rafaele, che venne a discacciare i maligni spiriti, che voleuano impedire la propagatione del genere humano. Tob. 12. 15.

Gli altri quattro in quanto agli uffitii loro si hanno parimenti dalle Scritture diuine, & i nomi a' serui suoi gl'hà Dio riuelati, e non solo al detto Antonio Duca, ma al B. Amadeo Francifcano.

  • Il quarto dunque è quello che discacciò il primo nostro padre Adamo dal Paradifo terreftre, Gen.3.24. & il nome fuo è Vriele, che vuol dire fuoco di Dio, nel cui amore accende i nostri cuori.

  • I tre che seguitano, furono quelli ch'apparvero ad Abraamo, Gen.18 1 annuntiandogli, che dalla prosapia sua voleva Dio pigliare humana carne per saluare la natura nostra perduta in Adamo, però del primo il nome è Salatiele, che vuol dire Oratore innanzi il diuino conspetto, per ottenere il perdono de' peccati noftri, Il fecondo è Giudiele, che significa rimuneratore presso Dio, come di premio a' buoni, e di pena a' cattiui. L'vltimo è Barachiele, che benedice Dio, & allo stesso inuita noi.

Fù poi molto a proposito, che nel consecrare questa chiesa a i sette beatissimi Archangeli Assiftenti ci venissero i Padri Certosini, che da sette gran serui di Dio hebbero l'origine, e principio loro; Sur.6.Oct in S.Bruno. e furono al Vescouo di Granoble dimostrati in una visione di sette stelle, che dalla terra ascendeuano al cielo.

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