CLAUSOLE DI DANIELE 10,13 E DN 12,1

Studi, ricerche e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


LIBRO DI DANIELE - VERSIONI A CONFRONTO IN PUNTO DI DN 10,13 E DN 12,1

TRA VERSIONE CLASSICA E TEODOZIONE

 

  • Il libro di DANIELE, fa menzione di Primi Principi innanzi a Dio, ma le due versioni pervenute: i LXX e Teodozione, in alcuni punti cambiano gli appellativi.
  • La versione greca dei LXX, differisce notevolmente dal testo ebraico attuale (Testo Masoretico), la quale rispecchia una tradizione testuale diversa.
  • La versione greca di Teodozione (traduttore vissuto verso il 170) segue il Testo Masoretico attuale, ma in una forma ancora migliore.

  • DANIELE 10,13 versione LXX e Teodozione coincidono : «però Michele, uno dei primi prìncipi»
  1. ecce Michaël, unus de principibus primis (Vulg.)
  2. καὶ ἰδοὺ Μιχαηλ εἷς τῶν ἀρχόντων τῶν πρώτων (LXX)
  3. mîḵā’ēl ’aḥaḏ haśśārîm hāri’šōnîm (Tanakh)

  • DANIELE 12,1 versione dei LXX e Teodizione non coincidono : « Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe»
  1. in tempore autem illo consurget Michaël princeps magnus  (Vulg.)
  2. καὶ κατὰ τὴν ὥραν ἐκείνην παρελεύσεται Μιχαηλ ὁ ἄγγελος ὁ μέγας (LXX)
  3. καὶ ἐν τῷ καιρῷ ἐκείνῳ ἀναστήσεται Μιχαηλ ὁ ἄρχων ὁ μέγας (Teod.)
  4. mîḵā’ēl haśśar hagāḏwōl (Tanakh)

  • In ebraico, il passo della Tanakh di DN 10,13 è : "mîḵā’ēl ’aḥaḏ haśśārîmhāri’šōnîm", dove la parola ebraica «ROSH», che ricorre peraltro anche all’inizio della Genesi - c.d. “In Principio” - identifica una primazialità non solo gerarchica ma anche cronologica. La parola «ROSH», viene tradotta dalle LXX, con il termine «ARCHÈ», che significa appunto prinicipio o origine, e la Bibbia greca infatti, inizia con la frase «EN ARCHÈ» ἐν ἀρχῇ (in principio) omologa dell’ebraico: «BERESHIT» .

Questi ἄρχοντες – Arconti: parola delle LXX, che traduce l’ebraico SARIM (Principi); sono dunque non solo primi, ma anche i più antichi. Giungendo al Capitolo 12, del libro di Daniele si dice che Michele, tra questi, ha un ruolo singolarmente superiore poiché è , (nella variante Teod.) «ὁ ἄρχων ὁ μέγας» cioè l’ “Arconte per eccellenza”, locuzione omologa a quella di Arcangelo nel Nuovo Testamento.Tale parola corrisponde secondo il sentimento degli antichi legislatori greci, alla massima magistratura suprema dell’Arcontato ateniese, cioè al titolo che spettava al capo dell’ ordine dei 9 Arconti, appunto l’ Arcon o Megas, o il Rex Arcon, che è S. Michele.

  • Il Testo ebraico come ricordato prima, usa le parole «achad hassarim harishonim» {uno degli antichi principi) per indicare questo gruppo di vertice o di primi esseri supremi; mentre per San Michele, la Tanakh di Daniele 12 , individua il termine «gran principe» con la locuzione «Sar Haggadol», dove « שַׂר śar » sta per principe, o capo , mentre la parola «gran» corrisponde all’ebraico « גָּדוֹל gadol », che significa « grande in ogni senso, cioè possente, nobile in assoluto».

Ciò posto, vi sono dei «Principi più nobili, ma anche più Antichi » che abbiamo visto stare al vertice delle Gerarchie degli Angeli, di cui S. Michele, è il più nobile, nonché anche il capo.

  • A questo punto, se dal Libro di Daniele giungiamo fino all’Apocalisse di San Giovanni, troviamo perfettamente rispecchiata quest’idea verticistica di Spiriti nel dodicesimo Capitolo, dove neanche a farlo apposta Michele, torna ancora una volta, nella straordinaria immagine della battaglia celeste. Qui si dice: « Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli » [Ap 12,7-9] .

Orbene, l’angelologia classica, avendo oltraggiato nome, ruolo e posizione di San Michele, spiega questo passo, asserendo che tale lotta fu tra spiriti di non pari livello, perchè Michele, avrebbe combattuto Satana dal basso della penultima ordinazione angelica, che è quella degli Arcangeli.

  • Tale sentimento nel contraddire il Testo Sacro, pone un problema epistemologico, che va dunque risolto, onde comprendere che esiste una fetta imponente di Testo Sacro, volutamente non compresa.
  • Eh si perché, facendo riferimento al passo testè citato, si notano delle contiguità molto forti con il Testo di Daniele.
  • Difatti S. Giovanni ci descrive , un essere chiamato: (1) « grande drago» e (2) «serpente antico».

  • Il primo elemento, viene individuato dalle LXX con il seguente termine: «ὁ δράκων ὁ μέγας» ( O Drakon o megas) , frase che ci ricorda qualcosa:

  • Daniele 12,1 - Michele, il gran principe (italiano)  - ὁ ἄρχων ὁ μέγας (greco)
  • Apocalisse 12,9- Il grande drago (italiano) - ὁ δράκων ὁ μέγας (greco)

  • Il secondo elemento, viene individuato dalle LXX come segue « ὁ ὄφις ὁ ἀρχαῖος» ovvero «Ofis Arcaios» .
  • La parola Ofis - ὄφις designa il Serpente , il tentatore dei primi progenitori. Colui che in Gan Eden, cioè nel giardino dell’Eden, fece peccare Adamo, causando la veicolazione del male nel mondo, e la perdita della comunione con Dio.
  • In ebraico due sono i termini che traducono la parola serpente:

  • נָּחָּשׁ nâchâsh , il quale a sua volta deriva da una etimologia primitiva che significa correttamente sibilare o sussurrare un incantesimo (magico); generalmente pronosticare. Il Nachash si incontra ad esempio in Gn 3,1.
  • שָּרָּף śârâph , che oltre a designare il classico Serafino biblico, che brucia e avvampa ornato di sei ali significa pure serpente, specificamente del color rosso rame.

  • I due termini ὄφις - נָּחָּשׁ nâchâsh e ὄφις - שָּרָּף śârâph si incontrano in un dato momento nella Bibbia, anche molto importante proprio per la nostra analisi. Infatti, essi si nominano anche in Numeri 21,8 in modo molto singolare, ma per scoprire gli stessi dobbiamo ancora una volta accedere alle fonti ebraiche e non alle traduzioni della Volgata: «Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero”. Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: “Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti”. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita”. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita».
  • Se andiamo a prendere il testo ebraico della frase «Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita»; notiamo che la frase «fatti un serpente» è vocalizzato: « wayyō’mer yəhwâ ’el-mōšeh ‘ăśēh ləḵā śārāf». Il Signore dunque dice a Mosè, fabbricati non un נָּחָּשׁ nâchâsh, cioè un serpente, come quelli che avevano attaccato e morso gli Israeliti, ma un « שָּרָּף Sârâph » , cioè un SERAFINO da collocare sopra all’asta. Da ciò comprendiamo il perché l’Angelo caduto, è biblicamente sia un Serpente che un Serafino.

  • A questo punto è d’uopo ritornare al secondo elemento che abbiamo sopra descritto – l’antichità dello stesso serpente. Esso è infatti definito « αρχαιος - archaios » e questo termine deriva dal greco αρχή arche, che singifica «principio, inizio, » come si evince dal primo versetto della Genesi «in principio Dio creò il Cielo e la terra », dove appunto la frase «in principio» è resa in greco «ἐν ἀρχῇ» (en archè»).
  • A sua volta la parola ἀρχῇ - archè, ha il proprio omologo nell’ebraico « רֵאשִׁׁיתּ rê‘shı̂yth » , cioè: primo in ordine di rango, ma anche primo da un punto di vista cronologico e temporale. Tale termine, come già ricordato viene da « רוֹאשׁ rô‘sh ».
  • In tale accezione con questo termine si vuole indicare il capo o la testa di qualcosa in ogni senso: letterale, allegorico, spaziale e temporale. Il significato dunque di Antico è molto profondo ma anche molto chiaro:

  • DANIELE 10,13 - Michele, uno degli antichi principi - 
  • Μιχαηλ εἷς τῶν ἀρχόντων τῶν πρώτων

 

  • AP 12,9 - il serpente antico 
  • ὁ ὄφις ὁ ἀρχαῖος

  • I due termini sono pressappoco omologhi, perché gli ἄρχοντες greci, vengono proprio dal « רֵאשִׁׁיתּ rê‘shı̂yth » ebraico avendo il suffisso ἀρχῖ - archi, che proviene proprio dal « רוֹאשׁ rô‘sh ». Se dunque fosse stato tradotto in ebraico, AP 12,8 sarebbe stato שָּרָּף Sârâph רֵאשִׁׁיתּ rê‘shı̂yth che avrebbe corrisposto alla frase di Dn 10,13 traducibile in ὁ ὄφις ὁ Πρώτο cioè come a dire che l’ Ofis, ovvero l’Angelo scagliato giù dal Cielo (Diabolo dall’ ekballo greco) era uno « ton arconton ton proton » cioè dei primi principi .

Il Testo Sacro grida dunque che i termini: « primi principi; gran principe; gran drago; serpente antico» sono in correlazione, deisgnando «UN GRUPPO DI SPIRITI PRIMORDIALI» di cui non viene esplicitato il numero e di cui la Bibbia esprime talvolta anche il nome, e poi rivelato in parte nella pseudo epigrafia e/o nella rivelazione mistica. Vi era un gruppo primigenito di Spiriti, chiamati PRIMI PRINCIPI, o Proto - Arconti, o Primi Arcangeli, che erano stati designati da Dio per assistere e accompagnare l’uomo.