ASMODEO - ARCIDEMONE O META DEMONE (UNIONE DI DONNA UMANA E SPIRITO MALVAGIO) ?

Studi, ricerche e approfondimenti

Avv. Carmine Alvino


ASMODEO - ARCIDEMONE  O  META DEMONE (UNIONE DI DONNA UMANA E SPIRITO MALVAGIO)  ?

Ora è ben vero che nel Libro di Tobia si faccia menzione di un demone , che Raffaele incatena nel deserto, tale asmodeo, il perditore dell’affetto coniugale, uccisore del matrimonio e padre della lussuria (Tb 3) :«In quel medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta davanti alla gloria di Dio e fu mandato Raffaele a guarire i due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla dal cattivo demonio Asmodeo». 

Inoltre moltissime apparizioni della Madonna e di San Raffaele  ci hanno dimostrato che dove S. Raffaele regna, per così dire, asmodeo viene sconfitto. 

Asmodeo è stato nominato apertamente dalla Madonna nella celebre profezia di La Salette.

 Qui ebbe proprio a preconizzare la scristianizzazione degli apparati statali per opera di un disegno criminoso del diavolo, e la lussuria e il disfacimento nel templi di suo Figlio (il messaggio in questione è stato oggetto di numerose controversie, dunque abbia valore conoscitivo e non di fede per il lettore, come indizio di quello che stiamo sostenendo : «...Tremate, terra e voi che fate professione di servire Gesù Cristo e che al di dentro adorate voi stessi! Tremate poiché Dio vi consegnerà al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione; molti conventi non sono più case di Dio, ma pascolo di Asmodeo e dei suoi»). 

Pertanto dove non è presente Raffaele, è invece sempre presente asmodeo, il quale persegue finalità volte a promuovere l’impudicizia, il meretricio ed il libertinaggio ammantandole dell’indiscreto pallio di pretese libertà individuali, che lungi da rispondere a reali istanze di tutela conducono ad un inevitabile sovvertimento delle regole etiche condivise ed ad una inevitabile frammentazione del sostrato culturale di riferimento.    

Ancor più significativo sul punto, quanto accadde nella città di Cordova, vera e propria casa celeste dell’Angelo Raffaele, ove fu lo stesso a ribadire ancora una volta di essere contrapposto al cattivo asmodeo.  La città di Cordoba era oppressa nel XVI secolo da una spaventosa pestilenza,  che la riempiva di morti, di rovine e orribili tragedie. Ormai i morti superavano quasi i vivi,  e molti perivano inoltre senza confessione, per mancanza di chi amministrasse loro il sacramento della Penitenza, perché quei pochi confessori che erano rimasti non potevano assistere ad una simile moltitudine di infermi.

Frà Simone de Sousa, Commendatore del Convento di Nostra Signora della Mercede, (che sin dai primi anni manifestò un intenso amore verso San Raffaele),  cercava di soccorrere con la sua carità tutti gli infelici che poteva, non solamente ascoltando le confessioni, ma fancendo grandi elemosine ai poveri e ai bisognosi. Ma sopraffatto dal dolore di non potere accudire tutti quegli infelici, ritornato una notte al suo convento,  e ritiratosi da solo innanzi al coro, davanti all’immagine della Regina degli Angeli, la pregò ardentemente con calde lacrime, che volesse degnarsi di mandare il Medico San Raffaele, a procurare la cura dei tanti infermi della città, e rivoltosi a lui cominciò a implorarlo con la ferma speranza di essere esaudito, dicendogli che se era amico vero e fedele, si degnasse anch’egli di gradire quegli ossequi, dando alla città la salvezza dall’orrido contagio, e affinchè le suppliche fossero più efficaci, le sostenne dicendo che poneva per mediatrice la Regina degli Angeli. A tutte queste prediche non si mostrò sordo il celeste Principe. Ecco che subito gli apparve all’improvviso nel Coro stesso, nelle sembianze di un giovane bellissimo, che con fare cortese gli disse: « Io Sono Raffaele che vengo a premiare le tue preghiere, e la tua elemosina, e soprattutto la tua umiltà, carità e le tue opere,  che agli occhi del Signore sono di tanto pregio. Per te, Iddio sdegnato, ha sottratto il castigo della sua giustizia, ha deposto il furore, e farà sperimentare a questa misera e dolente città, le tenerezze della sua clemenza: va pertanto dal Vescovo, e digli che ponga la mia immagine sulla cima del campanile della Cattedrale ed esorti il popolo ad intraprendere la mia devozione, perché immediatamente saranno liberi e salvi, con la condizione, però, che alla Regina degli Angeli, domandino la Medicina del Signore: e sappi di più che, tutti coloro che imploreranno il mio aiuto, e porteranno indosso la mia immagine, saranno liberati da ogni male,  ed in particolare dal demonio asmodeo, tentatore della disonestà,  che è il peccato più proprio per danneggiare gli uomini, e far loro perdere la grazia di Dio». 

Ecco perché la città di Cordoba è molto devota a questo Angelo, ed ha predisposto una serie di novene che lo celebrano appunto come appartenente al gruppo superno dei Sette Spiriti.  

Se dunque è  scritturisticamente e misticamente fondato il convincimento che Raffaele combatta Asmodeo, demone della lussuria, risulta quantomeno singolare che nella tradizione midrashica questo demone, sia in realtà un meta - demone frutto dell'unione di una donna umana, della stirpe di caino, con uno degli Angeli decaduti giunti sulla terra al tempo di Enoc.

Questa conoscenza risulta peraltro, sedimentata in ambiente giudaico, e può forse fondare un declassamento di questo demone o la creazione di una nuova figura demoniaca quella dei meta - demoni. 

1. ASMODEO COME META-DEMONE 

Ad esempio in Leggende degli Ebrei  1:4:9 e ss si afferma che «  A differenza di Istehar, la pia fanciulla, Naamah, la bella sorella di Tubal-Cain, ha portato gli angeli fuori strada con la sua bellezza, e dalla sua unione con Shamdon è scaturito il diavolo Asmodeus»

e in modo ancor più inquivocabile si afferma in  nell'apocrifo "Testamento di Salomone", che  Asmodeo : «nato da un seme d'angelo e da una figlia d'uomo, compare al cospetto del sapiente re e rivela: "Sono chiamato Asmodeus tra i mortali, e la mia attività è quella di complottare contro i neo-sposati, in modo che non possano conoscersi. E li divido completamente con molte calamità, e sciupo la bellezza di donne vergini e allontanano i loro cuori..."Trasporto gli uomini in attacchi di follia e desiderio, quando hanno le loro mogli, in modo che le lascino e vadano di notte e di giorno da altre che appartengono ad altri uomini; con il risultato che essi commettono peccato e cadono in azioni omicide".

A questo punto Salomone esclama: ""Temi Dio, Asmodeus, e dimmi da quale angelo sei frustrato". Mi disse: "Da Raffaele, l'arcangelo che sta davanti al trono di Dio. Ma il fegato e il fiele di un pesce mi mettono in fuga, quando fumano sopra le ceneri della tamerice". Gli chiesi di nuovo e gli dissi: "Non nascondermi nulla. Perché io sono Salomone, figlio di Davide, re d'Israele. Dimmi il nome del pesce che ti annienta". E lui rispose: "Il suo nome è Glanos, il pesce gatto, e si trova nei fiumi dell'Assiria; perciò da quelle parti io non mi aggiro"». 

La leggenda in questione rappresenta il canovaccio del libro di Tobia, ma anche indica la natura semi - umana di Asmodeus. 

2. ASMODEO COME RE DEI DEMONI

Vi sono tuttavia altre fonti ebraiche che lo indicano ancora come "Re dei demoni".  

La stessa Leggende degli Ebrei 4,5-27  narrano di asmodeo capo : « Dopo la sua ascesa al trono, una strana lite tra gli eredi fu portata davanti a Salomone per l'aggiudicazione. Asmodeus, il re dei demoni, una volta disse a Salomone: "Tu sei il più saggio degli uomini, eppure ti mostrerò qualcosa che non hai mai visto". Allora Asmodeus piantò il dito nel terreno e uscì un uomo a due teste. Era uno dei Cainiti, che vivono sottoterra e sono del tutto diversi per natura e abitudine dagli abitanti del mondo superiore. Quando il Cainita volle ridiscendere nella sua dimora, sembrava che non potesse tornare lì. Nemmeno Asmodeus è riuscito a realizzare la cosa. Così rimase sulla terra, prese per sé una moglie e generò sette figli, uno dei quali somigliava a suo padre in quanto aveva due teste. Quando il Cainita morì, scoppiò una disputa tra i suoi discendenti su come dividere la proprietà. Il figlio a due teste ha rivendicato due porzioni. Sia Salomone che il Sinedrio erano perplessi; non potevano scoprire un precedente che li guidasse. Allora Salomone pregò Dio: "O Signore di tutti, quando mi sei apparso a Gabaon e mi hai dato il permesso di chiederti un dono, non desideravo né argento né oro, ma solo saggezza, affinché potessi giudicare gli uomini con giustizia ».