PRIMA ESTASI DEL BEATO AMADEO DA SYLVA

PARAGRAFO 1,1 - SAN GABRIELE ARCANGELO

Io Amedeo, fui rapito un giorno dalla mia grotta, nella quale pregavo, su di un certo monticello dentro un cerchio dove stavano innanzi a Dio gli Angeli e le anime dei Santi che onoriamo e veneriamo. E mentre ero li, mi oppressero paura e timore impedendomi di proferire parola. Ma ero come un uomo privo dei sensi e della conoscenza. Allora mi stette vicino un uomo di bell’aspetto, splendente nel viso e nella veste che mi rivolse tali parole: “Mi riconosci servo di Dio?”. E io a lui “Mio signore, non sono mai stato in un luogo tanto grande, non ho mai visto una così nobile assemblea, non ho mai assistito ad un così grande splendore. Come posso dunque conoscerti? Ma lui: “Io Sono Gabriele, che sempre fui inviato per rivelare i misteri del Verbo di Dio, a cui ti affidi nella preghiera quotidiana. Sono quello che ha salutato Maria, Madre del Verbo di Dio, l’ho scossa e consolata.  Ed ora, poiché il Nostro Dio vuole di nuovo avere pietà del genere umano e, vuole purificare il mondo da tutti gli errori e ricondurre tutti gli uomini nell’unico grembo della verità e mettere a capo un solo pastore che lui stesso avrà eletto affinché conduca al pascolo le sue pecore e dia nutrimento al suo popolo in giustizia e verità, vuole comunicarti questi suoi segreti. E ha stabilito che quelle cose future che tu, costituito in carne mortale non vedrai, le veda ora in spirito e provi conforto a causa delle tue tante fatiche e dei tuoi desideri, ed anche affinché: possa annotare diligentemente tutte le cose e riporle nella custodia del tuo cuore;  possa scriverle e conservarle e custodire gli scritti senza rivelarli a nessuno fino al momento in cui Dio, abbia mandato quell’uomo che rivelerà il libro scritto da te nel suo tempo, quando allora sarà  piaciuto a Dio. E poiché è volontà di Dio che siano eliminate molte idee vane e superflue sulla Sua fede e siano credute quelle idee che si devono credere con purezza e semplicità, ha mandato me affinché ti dia insegnamenti sui singoli misteri della fede e tu possa trascriverli. Ti ho preparato per quello che redigerà tutte le cose, secondo ciò che abbia udito dalla tua bocca, nel tempo del quale saranno comunicate. E quel famoso Pastore che Dio stesso conosce le promulgherà a tutti. Ma guardati di dire o rivelare ad alcuno queste cose, perché è volontà di Dio che nel Suo tempo per mezzo di colui che egli vuole, queste cose siano note agli uomini. Ascolta, dunque, e poni attenzione alle parole della mia bocca. Dio infatti ha scelto te tanto semplice e ignorante affinché tutti sappiano quando grande e quanto potente è il Nostro Dio, che sceglie gli esseri deboli per confondere i forti e trasforma i deboli in sapienti. Allora io ripresi abbastanza le forze e dissi all’Angelo: “O Santissimo Angelo di Dio verso il quale ho avuto sempre una speciale devozione, rivolgo immense grazie alla divina disposizione e alle tue intercessioni, ma per quale motivo, per la Sua infinita misericordia, piacque al Signore Dio rivelare i Suoi misteri a un poveretto come me? Ma dimmi ti prego se ho trovato grazia presso di te:  Chi è Costui che è tanto degno e questa solenne assemblea e chi sono questi uomini tanto degni e circondati da una così grande maestà?”. Rispose l’Angelo: “Tutti questi ti amano e tutti gioiranno perché vedono che è giunto il tempo delle nozze dell’Agnello, cosa che tutta quanta la corte celeste a lungo desiderava. Quelli che siedono come posti in disparte dal lato sinistro, e che mostrano nel volto e nel gesto antichità e importanza, sono i padri antichi, per primo Adamo, padre degli uomini, Abele il giusto, Noè, Abramo, Mosè, Samuele, il re Davide, Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele, dall’altro lato, come posti a destra, c’è Pietro con gli altri apostoli. Quello che siede come nel mezzo di questi e di quelli è  Giovanni, precursore del Signore che ha i meriti di entrambe le schiere e del quale nessuno né prima né dopo fu più degno, e, colui che siede presso di lui è quel famoso Giuseppe che meritò di essere chiamato padre di Cristo. Molti altri e distinti Santi sono vicino a te nel cerchio, dei quali a suo tempo ci sarà occasione di parlare, ma tu, o fratello, guarda in alto nei luoghi più eccelsi e adora il Re insieme con la Regina”. Io guardai in alto e vidi una scala la cui cima sembrava toccare il cielo e ornato di un fulgorante diadema vidi Cristo Signore appoggiato alla scala e una scrittura diceva: ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliere la vostra gioia [Gv 16,22]. Da un’altra parte della scala era scritto: Ecco apparirà il Signore e non mentirà; se tarda a venire aspettalo, perché verrà e non tarderà [Ab 2,3]. Vidi anche la Regina , Madre di Lui, appoggiata allo stesso Re, dalla cui bocca usciva una scrittura che diceva : “Ha avuto pietà della nostra stirpe umana dicendo: Non si turbi il vostro cuore, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina [Lc 21, 28]. Vidi anche nel cerchio del Re e della Regina alcuni che riconobbi non essere del genere umano e pensavo che quelli fossero Angeli, ma mi domandavo molto perché quegli stessi erano così tanto diversi rispetto a tutti i padri della Vecchia e Nuova Legge, e qui incominciò la prima rivelazione.


PARAGRAFO 1,2 - I SETTE ANGELI CHE VENERANO LA MADRE DI DIO

[I Rivelazione dell’Angelo]

Così il Santo Gabriele disse a me che lo ammiravo: “Non meravigliarti! Tutti noi Angeli e voi Uomini, siamo concittadini della stessa patria, sebbene non tutti gli Uomini siano maggiori di ogni Angelo, né tutti gli Angeli siano maggiori di ogni Uomo. Ebbene alcuni del vostro genere sono maggiori di ogni Angelo, come quel Re fatto Uomo e la Regina Sua Madre. Alcuni del vostro genere, dei quali si dice: vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue Apocalisse [7:9-10 ],sono minori di ogni Angelo. Altri sono frammisti con noi: “Siamo i Sette Angeli che veneriamo la Genitrice del Nostro Dio. Superiamo tutti gli altri del vostro genere. Poiché ciò, dunque, non è noto presso di voi, comprendilo e scrivilo affinché il pastore che verrà possa promulgarlo su tutta la terra. Allora io dissi, signore: “Chi sono quei Sette Spiriti maggiori di tutti? Rispose: i sei che vedi in alto, se li sommerai a me, saremo sette. E io gli risposi: signore quali sono i vostri nomi? Il primo che vedi qui è Michele, rispetto al quale nessuno né degli uomini né degli Angeli è più degno, lui è lo stesso che lottò con il grande dragone e lo sconfisse e io Gabriele sono il secondo. Raffaele mi segue e Uriele segue Raffaele e altri a lui. Allora io dissi: “Dunque né Giovanni Battista né alcuno di quegli Apostoli è paragonabile a voi? E quegli: “Fu sufficiente e assai più opportuno che il Signore, Padre del nostro genere, si facesse uomo e non prendesse alcuno di noi; fu sufficiente che la Genitrice di quel nostro Re vero Dio e insieme uomo, fosse preferita a tutti quanti gli Angeli , cosa che disse certamente qualcuno di questi che sono presenti qui”,  e indicava il Beato Geronimo. Riguardo a nessuno degli altri Santi è lecito credere che sia innalzato sopra i meriti di ogni Angelo e Arcangelo, non dovendo intendersi con il nome di Arcangelo il secondo Coro che sale verso l’alto ma tutti coloro che sono chiamati Angeli Superiori: tuttavia quella sentenza non fu impressa negli ecclesiastici: Infatti oggi voi continuate a preporre i Santi uomini a tutti noi Angeli. E io dissi: “mio signore, io ho sempre creduto che il mio venerabile padre San Francesco d’Assisi fosse maggiore di tutti gli Angeli. E la contesa fu su chi fosse maggiore, Francesco o Giovanni Battista o Pietro Apostolo!”. Gabriele rispose: “Grande è quell’uomo, volgi l’attenzione al lato destro e lo vedrai”. Mi voltai e tra gli apostoli e moltissimi altri lo vidi. E dissi: “Mio signore, non sono dodici gli Apostoli o sedici includendo Paolo, Barnaba, Marco e Luca?  Io invece vedo tra costoro moltissimi altri”. Rispose: “non hai forse ascoltato nel Vangelo voi che lasciate tutto per seguirmi, siederete su dodici, cento, mille seggi? E tutti sarete così come furono quelli che allora dissero: “Ecco abbiamo lasciato tutte le cose  e ti abbiamo seguito [MT 16,27]”.  Dopo, pertanto, tremante e nello stesso tempo lieto, ho adorato il Re Signore Nostro e la Regina su entrambi i ginocchi, con il più grande rispetto, il che feci in fretta non appena Lo vidi. Allora disse l’Angelo: “Poiché parli con un Angelo, parliamo degli Angeli.  Ascolta la rivelazione sulla nostra creazione”. Allora io “Ascolterò, mio signore, se ti sarà piaciuto parlarne”.


PARAGRAFO 1,3 - LA CREAZIONE DEGLI ANGELI E DEGLI ALTRI ELEMENTI

[II Rivelazione dell’Angelo]

“Della nostra creazione”, disse, “parlarono in modo diverso anche uomini santi di Dio. Alcuni filosofi stimarono che noi fossimo eterni e divini di natura, cosicché non possiamo in nessun modo morire, mentre non sapevano che solo Dio è il Re dei secoli, immortale da Se Stesso: sebbene anche questi seguirono la fede del Verbo di Dio. Alcuni stimarono che noi fossimo stati creati attraverso molti secoli prima di tutto quanto il mondo sensibile, altri,  tanto immediatamente dopo l’uomo, altri nel primo giorno insieme con l’Empireo. Ma Dio, che vedi appoggiarsi a quella scala, vuole che un suo pastore promulghi queste cose a tutti i popoli. Noi Angeli siamo stati creati nello stesso tempo nel Cielo Empireo attraverso molti secoli di secoli, ben prima di qualsiasi giorno di quei sei giorni. Questo è avvenuto prima della creazione e divisione delle altre cose e questo è ciò che disse quel vecchio e indicava Mosè: In principio Dio creò il cielo e la terra [Gen 1,1]. In principio - cioè significa: di gran lunga prima di ogni giorno ed è ignorato pertanto il computo di quel periodo; perciò fu scritto: e i giorni dei secoli chi li potrà contare? [Sir 1, 1-10],  Dio creò il Cielo e le dimore degli abitanti del cielo e la terra non un elemento infinito; ma creò la terra (che vuol dire) cioè la materia prima. E così noi Angeli, per molti secoli, prima che voi uomini foste stati creati ed esisteste, lodavamo il Nome di Dio, donde è stato scritto: Dove eri quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme [Gb38]. Allora io: “Forse che tutte le opere di Dio non sono state fatte in sei giorni? Rispose: “Per questo motivo da quel principio della creazione di noi e del cielo, la terra, cioè la materia, stette e rimase vana e vuota e su di essa c’erano le tenebre, cioè il disordine e il caos perché tutte le cose dovevano prodursi a loro stesse in stato di disordine, e su di essa procedeva lo Spirito del Signore perché la sua volontà e bontà era pronta a comunicare agli altri e a noi Angeli la verità, la bontà e l’esistenza. Pertanto la nostra creazione e quella del cielo e della terra, così come dell’abisso o dell’acqua, cioè della materia prima avvenne prima di ogni giorno di questi sei giorni. Quando dunque piacque a Dio, disse: “Sia fatta la luce [Gn1,3]” e fu fatta la luce. E Dio vide che la luce era buona e divise la luce dalle tenebre, e chiamò luce il giorno e tenebre la notte e trascorse un giorno dalla creazione con la sera e la mattina , e dunque iniziò il primo giorno di quella luce. Allora io: “Mio signore, quei giorni non furono uno dopo l’altro?”. Rispose: “furono uno dopo l’altro poiché  Dio non volle fare tutte le cose nello stesso tempo, sebbene avrebbe potuto. Come infatti volle tutte le cose assieme contemporaneamente nell’eternità  e creò tutte le opere dei sei giorni dalla stessa materia, così avrebbe potuto nello stesso istante creare tutte le cose, ma non volle”. Allora io “ Quale fu quella prima luce, che così creata prima  delle altre,  non riesco a capire? Rispose: “Presso di voi si dice in molti modi, ma io ti dico che fu questo sole corporeo che illumina ogni cosa ed è tanto quanto un occhio del mondo e causa principale delle cose generabili, e in quel giorno furono creati tutti i cieli dei pianeti e il Cielo che è sotto il cielo Empireo e che voi chiamate Primo Mobile, perché il Cielo Empireo è immobile e fermo e stabile, casa e luogo che include tutti i corpi. Ti dico, o fratello, che i filosofi ebbero un grande dubbio sul modo in cui tutti i cieli potessero muoversi e soprattutto, il primo Cielo che non è in un luogo. Tu ascoltami. Non avrebbero potuto muoversi i corpi celesti se non fossero stati chiusi in un luogo, permanendo esso stesso in uno stato di quiete e che lo stesso non possa esser mosso se non fosse circondato da un altro?”. Nello stesso giorno Dio creò tutti gli elementi, solo non volle creare il firmamento, cioè il Cielo stellato e non volle creare la luna, né le altre stelle, ma riservò la creazione di queste cose in altri giorni. E allora da i nostri fratelli Angeli: a ciascun cielo diede il proprio (Angelo) agente. È fu mosso questo sole solo da un nostro fratello così che splendesse in quel giorno contro l’impulso del firmamento, infatti, non c’era ancora  il firmamento e così, non univa ancora i cieli dei pianeti, il primo mobile che i profeti chiamato Cielo Acqueo, ma c’era una distanza troppo grande fra i cieli dei pianeti e il Cielo acqueo. Fu mosso il sole dal primo punto in cui fu creato e giunse all’ultimo punto di quell’emisfero che è presso il paradiso delle delizie e così passò all’altro emisfero finché ritornò al punto della sua creazione. Trascorsero 24 ore. E così giungendo dal primo mattino, passando all’ altro, attraverso la sera fu creato il primo giorno. In questo primo giorno, dapprima creò il sole nella sua orbita, quindi il Cielo Acqueo che voi siete soliti chiamare anche Cielo Cristallino, in seguito creò i cieli planetari con i luoghi deputati ai pianeti. Dopo di queste cose creò i quattro elementi. Cosicché il sole in quell’emisfero del Paradiso non fosse visto per dodici ore. Quindi cominciò a sorgere e allora iniziò un altro giorno nel quale Dio creò il firmamento. Naturalmente creò il cielo in mezzo ai cieli planetari e il cielo acqueo, e, dispose come globi tutte le stelle che tuttavia allora non volle condurre a termine. Vedi, o compagno nel servizio di Dio, che Dio poteva fare e fece affinché in cielo l’inferiore fosse mosso dal superiore senza il moto che infatti non esisteva ancora. E poiché mirabile e meraviglioso  è quel cielo nel quale Dio pose dodici costellazioni e tutte le stelle. Per tale motivo volle creare e plasmare lo stesso così come l’Empireo in un solo giorno, per mostrare che tutte le cose provengono dallo stesso e che potrebbe dare esistenza all’uno o all’altro. Grande è Dio e non c’è termine alla Sua grandezza. Il Pastore di Dio proclamerà e mostrerà queste cose ai popoli e a lingue diverse e tutti loderanno il nome di Dio. Non devi interpretare per firmamento quel luogo ove si ammassano le nubi, perché quello non è il cielo, né in esso Dio pose le stelle: ma è il Cielo Sidereo è invece detto firmamento ed esso  è principalmente chiamato cielo poiché primo tra le cose visibili: e di altissime e ammirabili virtù e capacità. Allora io mi ricordai che nel quarto giorno Dio creò  due grandi segni luminosi e dissi: “Mio signore, non è stato creato il sole il quarto giorno?”.  Disse: “Nel quarto giorno Dio creò le stelle nel firmamento che è il cielo principale: affinché per mezzo della sua virtù trasfusa alle cose inferiori, governassero  queste cose inferiori e mostrassero la divisione del giorno e della notte, risplendendo nella notte, e non il giorno al cospetto del sole, e con parecchie loro congiunzioni sia tra loro che con i pianeti, diventassero segni di molti eventi e distinguessero loro stessi i giorni e gli anni. Infatti, alcuni giorni e anni e alcuni tempi sono di una stessa condizione e altri invece di un’altra. Dunque nel quarto giorno furono creati tutti i corpi celesti luminosi, eccetto il sole che fu creato nel primo giorno non tanto perché sembrasse  più bello degli altri corpi luminosi, ma per la distinzione del giorno e della notte e di un giorno dall’altro. Quando dunque si dice: Dio fece le due luci grandi  [Gn 1,16], non dice che l’uno e l’altro li abbia creati in quel giorno, ma si elencano le stelle create sia nel primo sia nel quarto giorno. Dio creò fra le altre stelle due maggiori a vedersi presso di voi uomini e più conosciuti,  e anche più ammirabili. Ritornando alla mia grotta, chiamato da Dio che mi aveva voluto suo scrivano, feci in modo che fossero scritte per ordine di Dio queste cose per il futuro pastore.