IL MISTERO DI MONTEVERGINE : NUOVA EDIZIONE, RIVEDUTA, CORRETTA, AMPLIATA

Carmine Alvino

Un antico mistero celato da secoli,  all’interno della celebre Icona della Madonna di Montevergine

UNA ARCANA DEVOZIONE CONTESTATA DALLA CHIESA:

Chi sono i Sette Arcangeli? Basta domandarlo a qualsiasi fedele cattolico per riceverne quasi sicuramente una risposta incerta. Qualche sacerdote, non ben informato sull’argomento, potrebbe addirittura sospettare che si tratti di un gruppo, magico o esoterico, venerato da moderni cabalisti e astrologi.

Pochi sanno che si tratta di un vero e proprio culto cattolico, ben conosciuto almeno fino al secolo scorso e addirittura professato apertamente da tanti santi, beati e teologi del cristianesimo (da Santa Gertrude a Margherita Maria Alocoque, a Bartolo Longo, a Maria Valtorta, a Faustina Kowalska...) entrati in contatto diretto con i Sette Arcangeli.

Essi sono nominati nella Bibbia, nel Libro di Tobia (12,15): « Io sono Raffaele, uno dei sette angeli sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore », e nell’Apocalisse di San Giovanni (1,4): «Grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono».

Nel 1400, apparvero in estasi al Beato Amadeo da Sylva, frate francescano, rivelando di essere nientemeno « i Sette Angeli che venerano la Madre di Dio, e precedono tutti gli altri».

Nel 1516, il sacerdote siciliano Antonio Lo Duca, giunto a Palermo, per insegnare canto liturgico presso una chiesetta, posta a pochi passi dalla famosa Cattedrale, rinverrà miracolosamente 7 dipinti murari raffiguranti i medesimi Sette Arcangeli apparsi in estasi all’Amadeo quarant’anni prima, nascosti sotto coltri di polvere, detriti e cianfrusaglie.

LA CENSURA ECCLESIASTICA:

Senonché, nonostante la saldezza dottrinale che discende dalle Sacre Scritture e la conferma che si trae dalla mistica cattolica, i sette santi angeli o spiriti assistenti, furono fatti oggetto di una straordinaria ed attenta opera di censura che coinvolse anche alcuni cardinali (Baronio e Bellarmino), i quali, come nel caso di monsignor Francesco Albizzi, arrivarono addirittura a ordinare la cancellazione dei loro nomi e delle loro immagini, da qualsiasi quadro, dipinto, scultura o documento, fossero venuti a trovarsi.

Ovunque apparvero, dunque, furono quasi sempre cancellati e con essi i loro nomi: Michele, Gabriele, Raffaele, Uriele (il cui nome nel solofrano dovrebbe dire ancora qualcosa), Sealtiele, Geudiele e Barachiele.

Fino a qualche anno fa, si pensava che la censura ecclesiastica si fosse limitata soltanto alle Chiese o Basiliche romane, come quelle di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, di Santa Maria della Pietà, ovvero del Gesù Nuovo.

Solo recentemente, si è inopinatamente appreso, che, questa silente attività di cancellazione, in realtà, potrebbe aver interessato anche altri famosi luoghi, tra i quali, sembrerebbe esserci anche il celebre Santuario Mariano del Monte Partenio.


IL FATTO:

Qualche anno fa, mentre visitavamo il “Museo degli ex voto alla Madonna” presso il Santuario di Montevergine  di Mercogliano, ci trovammo al cospetto di un meraviglioso dipinto di grandi dimensioni, copia stabiese dell’attuale miracolosa Icona, dotata di sette particolari Angeli, che posti al di sotto del Trono di Maria, sembravano svolgere un sacro ministero, che appariva per lo più sconosciuto, almeno allora.

Ci decidemmo, così incuriositi, di svolgere alcune ricerche per appurare la presenza di altre raffigurazioni simili a quella rinvenuta nel Santuario.

Scoprimmo subito che l’originaria icona di Maria, era stata oggetto di numerose opere di ripitturazione, soprattutto a seguito di alcuni incendi avvenuti nei sec. XVII e XVIII, che all’occorrenza, ne avevano alterata , progressivamente, l’originaria struttura iconografica. Risalendo poi ad altre copie più tarde del dipinto di Montevergine, ci siamo accorti, che esse raffiguravano tutte, i medesimi Sette Angeli al di sotto del Trono, specialmente quella eseguita proprio dal celebre autore dell’icona originaria di Mamma Schiavona,  Montano d’Arezzo, per la Chiesa di Monteverginella a Napoli.

Ammettendo dunque il medesimo schema iconografico sia nella Icona di Montevergine che nella copia di Monteverginella, sulla scorta di antichissimi documenti dei sacerdoti gesuiti, del XVII e XVIII° secolo, che ne facevano espressa menzione, si è potuto scoprire che, con ogni probabilità, l’originario dipinto di Mamma Schiavona, celebrava anch’esso il biblico settenario di Angeli sotto il Trono, di cui tre di questi, sicuramente i canonici Michele (Chi come Dio), Gabriele (Fortezza di Dio) e Raffaele (Medicina di Dio), erano contraddistinti da propri attributi iconografici specifici, in parte ancora visibili.

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A metà tra un libro giallo ed un’opera di ricerca, con la differenza che non si tratta assolutamente di fiction, il “Mistero di Montevergine”,  è un libro scomodo, che esige un lettore dotato di spirito critico, aprendo alla possibilità che, scelte del passato, nel migliore dei casi contestabili, abbiano imposto forme devozionali volutamente “ortodosse”, a tutto discapito, per ragioni di opportunità o di Magistero, di originari culti devozionale, che come nel caso dei Sette Santi Arcangeli, costituivano e costituiscono ancora oggi, all’insaputa generale del vasto panorama dei credenti in Cristo, la forza più formidabile di salvazione, che Nostro Signore abbia concesso all’uomo, dopo la sua Santissima Madre.


COMMENTI IN RETE:

Prof. Michele Guida il 6 luglio 2014 alle 23:43 ha scritto:

Affascinante ed intrigante lettura come quella di un avvincente libro giallo con la differenza che non si tratta assolutamente di fiction. Il rigore dell'autore nel condurre la sua ricerca si sposa perfettamente con il mistero del famoso dipinto custodito in uno dei più famosi santuari mariani, meta di generazioni di pellegrini devoti.


 

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